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12. I programmi musicali Gran parte della produzione radiofonica è costituita da programmi musicali. Come acutamente osserva Umberto Eco: “la radio ha messo a disposizione di milioni di persone un repertorio musicale che un tempo era patrimonio di poche classi elette" (25). Prima dell’invenzione della radio solo le classi sociali più agiate potevano permettersi di frequentare i teatri nei quali, nei secoli trascorsi, venivano rappresentate opere liriche e talvolta concerti di musica sinfonica. Ebbene, possiamo affermare che la radio e oggidì anche la televisione hanno effettuato una vera e propria democratizzazione della musica permettendo anche alle classi medie e popolari di accedere alla cultura musicale dalla quale erano escluse.
Ma grazie alla radio anche le classi colte traggano beneficio: sono, per esempio, messe in condizione di conoscere tutti quei brani, storicamente meno eseguiti nei teatri e nelle sale di concerto perché ritenuti di scarso interesse, che permettono tuttavia di approfondire le conoscenze del repertorio (diffusione del repertorio). La radio e la televisione stimolano poi la promozione di manifestazioni musicali e quindi costituiscono un incoraggiamento all’ascolto diretto dei concerti. Se poi consideriamo il campo della musica cosiddetta leggera, radio e televisione, ma in particolar modo la radio, sono attualmente considerati i principali strumenti per la conoscenza delle novità e i veicoli più importanti, in quanto più penetranti, per la pubblicità delle novità discografiche. Ne è nata una forma di sudditanza nei confronti dei discografici di cui la radio ha subito l’iniziativa mentre invece avrebbe dovuto svolgere una funzione pilota e non di adattamento, per di più in ritardo, alle nuove tendenze. Tuttavia al di là di alcuni atteggiamenti critici rivolti a questa presunta mancanza di rinnovamento, rimane il fatto che la televisione e soprattutto la radio si pongono come straordinari strumenti di informazione musicale. (25) UMBERTO ECO: Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano, 1959 EDIZIONI ISTITUTO DI PUBBLICISMO Theorèin - Gennaio 2005 |